Sembrava ieri che è iniziata e ora siamo alla fine, la nostra prima elementare volge al termine, anzi potrei dire che è terminata!
Ovviamente Pupa non vede l’ora, conta i giorni e forse le ore anche se credo che la sua mente sia già in vacanza, mi sembra che ogni cosa per lei in questo ultimo mese abbia assunto una piega diversa, è come se tutto fosse in discesa perché “…tanto la scuola è quasi finita”.
Però quello che sta per finire è stato un anno difficile, un anno che l’ha, ci ha viste crescere su più fronti.
A lei è successo quello che succede a tutti i bambini che lasciano l’asilo e iniziano le elementari: è cambiata, è meno bambina sia nelle fattezze che nei comportamenti. Andare in giro con lei è “una passeggiata di salute” inizia ad essere grande e portarla a fare delle commissioni è diventato un piacere, una compagnia e non più una lotta contro il tempo perché i suoi ritmi non vanno d’accordo con i miei.
Nel giro di poco tempo ha imparato a scrivere, prima lo stampato maiuscolo e ora il corsivo e poi a leggere. Non appena si è resa conto che il mondo è fatto di scritte ha iniziato a leggere tutto quello che le capitava davanti magari con l’accento sbagliato, ma il senso era quello giusto, era quello che una bambina piena di curiosità gli voleva dare.
Ora non posso più mandare un messaggio e averla vicino perché lei legge quello che scrivo e quindi basta segreti, ora lei capisce tutto e non sono sicura che questo sia un bene soprattutto con la dimestichezza che i bambini di oggi hanno con i cellulari!
In quest’anno siamo passati da una fase iniziale difficile, a una fase di forte entusiasmo perché si stava rendendo conto che anche se la scuola la obbligava a non giocare per 8 ore di fila come accedeva all’asilo, le permetteva di conoscere delle cose nuove che probabilmente suscitavano il suo interesse e la sua voglia di imparare (o forse solo perché suo padre da quando è iniziata la scuola elementare non fa che ripeterle che sapere è potere e lei è proprio desiderosa di sapere più cose possibili).
Poi è arrivata la fase di stanca, quella in cui l’entusiasmo è stato sostituito dallo sconforto, dal rendersi conto che la scuola è fatica, lavoro, studio e che non c’è più spazio per il gioco come avveniva all’asilo anche se, le stesse maestre ci hanno più volte detto che i tempi con i bambini di prima sono più lenti perché loro stesse capiscono la difficoltà del momento.
Per me gennaio e febbraio sono stati mesi molto impegnativi, non mi era mai successo di dovermi confrontare con delle lacrime di tristezza vera e non lacrime di un semplice capriccio, quelle che ti fanno tenerezza ma nello stesso tempo rabbia perché il capriccio ti ha esasperato. No, questa era sofferenza vera e tu mamma rimani spiazzata, disarmata perché non sai come reagire a tanta tristezza e soprattutto non sai come fare per aiutare la tua bambina e ti chiedi pure se sia giusto aiutarla oppure se non sia arrivato il momento di lasciarla andare, di farle risolvere da sola i suoi primi problemi. La verità è che non auguro a nessuna mamma di vedere un figlio in quello stato perché se lei è senza difese, tu lo sei ancora di più e spesso ricacciare indietro le lacrime non è esattamente la cosa più semplice nemmeno per un adulto.
Per fortuna siamo uscite da questa fase e abbiamo imparato a voler bene alle nuove compagne anche se il cuore è rimasto all’amica dell’asilo, quella che io stessa come mamma spero rimanga tale anche nei prossimi anni, perché quando saranno adulte potranno dire: “ci conosciamo e ci vogliamo bene da sempre, se stiamo male, ci siamo le une per le altre” perché sapere di avere un punto di riferimento nella vita è importante e un’amica vera è questo, è casa, è un abbraccio VERO quando serve, è una spalla su cui piangere ma anche una persona con cui condividere le gioie.
Ciao prima elementare, ci vediamo tra qualche mese ancora più grandi e mature, più riposate e pronte per un nuovo anno insieme.