Tienimi vicino Mamma: amore ad alto contatto

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Il mio essere mamma è stata una cosa voluta e desiderata, nessuna gioia è stata più grande dell’aver visto quelle due linee sul test di gravidanza e successivamente di aver saputo che “ospitavo” nella mia pancia una bambina.

mamma e figli
photo credit: Wood Ducklings – Mother and Baby 1 via photopin (license)

I primi mesi da mamma non sono stati facili, l’allattamento non era una cosa così naturale come avevo sempre creduto, mia figlia è nata piccola, non cresceva o meglio non lo faceva con i normali ritmi dei percentili che tutti i pediatri monitorizzano, ma lo faceva con i suoi personalissimi criteri, faceva fatica a mangiare e il tempo che passavamo insieme era veramente tanto perché, nonostante in ospedale mi dicessero che una poppata aveva, o meglio doveva avere un tempo limitato, perché tanto dopo i primi 10/15 minuti un neonato non si nutre più, quello che gli si da è solo un’abitudine, una coccola che esula dal nutrimento, io non ci riuscivo, la tenevo vicino a me per tanto tempo, o meglio per quello che io ritenevo giusto.

Proprio non mi veniva spontaneo sedermi sul divano e mettere mano all’orologio: io l’attaccavo al seno, la facevo mangiare e la mia preoccupazione era solo una: non farla addormentare, ma non perché mi dispiacesse tenerla vicino a me, ma solo perché desideravo che si nutrisse in maniera corretta, che avesse la giusta quantità di cibo che le persone “più competenti” di me in materia dicevano essere necessaria per i primi mesi di vita di un neonato, e a poco mi importava il fatto di averla sempre in braccio.  Certo era sicuramente più difficile riuscire a svolgere le altre attività, soprattutto perché essendo alla mia prima esperienza da mamma non mi era ancora così naturale il fatto di dover utilizzare una sola mano per fare attività che ero solita fare con tutte due le mani.

Ma essendo per me più importante di tutto il suo benessere, ho imparato in fretta a “dividere il mio spazio”, anche quello più intimo e personale con lei.

Il passo successivo è stato quello di decidere di tenerla a letto con noi e lo abbiamo fatto in maniera molto naturale, anche se mai avrei pensato di dividere il mio sonno o meglio il mio spazio, con un’altra persona. Infatti prima del suo arrivo pensavo che la culla sarebbe stata sufficiente per permetterci di stare insieme e vicino per i primi mesi della sua vita, ma invece metterla a dormire accanto a me è stata una cosa molto naturale che non è ancora terminata ora che mia figlia sta per festeggiare il suo sesto compleanno.

Certo questo mio, nostro atteggiamento ci espone come coppia a moltissime critiche, tutti ci dicono che stiamo sbagliando e che dovremmo obbligarla a dormire in camera sua tutte le notti e non solo quelle che lei reputa giuste, ma io mi chiedo: perché dovrei farlo? Esistono figli che a 18 anni dormono ancora nel lettone di mamma e papà?

A me piace addormentarmi vicino alle mie bimbe perché sono consapevole che questa situazione non durerà in eterno e soprattutto che questi momenti non torneranno indietro.

E poi cosa c’è di meglio che svegliarsi il sabato o la domenica mattina con il sorriso delle proprie bimbe?

La sola cosa che conta è io, noi, siamo felici così, perché assecondare il bisogno di contatto delle mie bambine è sempre stata una cosa naturale che spero di continuare a fare ancora per un po’ perché tenerle “così vicino a me” è la cosa più bella e giusta che io abbia mai fatto!

Questo post partecipa al tema del mese delle StorMoms #tienimivicinomamma

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