Frequento Kikollelab fin dai primi mesi della sua nascita, l’ho scoperto grazie ad un’attività che stavo conducendo in quel periodo e ho imparato ad amarlo da mamma.
Da qualche tempo a questa parte Federica, un mercoledì al mese, affronta sul suo divano temi a carattere familiare importanti, questa sera sarà la volta di Martina Fuga autrice de “Lo Zaino di Emma”.
Il libro affronta, parlando della vita di Emma, un tema difficile con il quale Martina convive da quando sua figlia è venuta al mondo e cioè la sindrome di down.
Infatti all’interno de Lo Zaino di Emma una mamma racconta cosa si prova quando si scopre di aspettare una figlia con la Sindrome di Down e cosa vuol dire vivere con una bambina con uno zainetto sulle spalle un po’ più pesante di quello degli altri bambini.
Perché tutti, grandi e piccini, abbiamo sulle spalle uno zaino, dentro al quale mettiamo o la vita mette speranze, difficoltà, paure ma anche gioie ed esperienze di vita vissuta.
Gli adulti il loro zaino ce l’hanno bello pieno e la pesantezza è data da quello che la vita gli ha regalato: se prevalgono i momenti belli lo zaino sarà leggero e facile da portare, ma se invece all’interno ci sono eventi negativi allora la pesantezza dello zaino sarà maggiore fino al punto da diventare difficile da portare.
Non è lo stesso per lo zaino dei bambini: in genere il loro è leggero, fatto di tante gioie e pochi dolori perché nei primi anni di vita le sofferenze sono (o per lo meno dovrebbero) essere poche e lo zaino si fa pesante solo quando c’è qualcosa che turba la loro vita e la loro felicità e così si riempie di paure, di timori ma a volte di rabbia magari perché all’asilo o a scuola le cose non sono andate come si voleva o semplicemente perché, ritornati a casa, hanno litigato con il fratellino o con i genitori. Tutto viene messo dentro al loro zaino, che si riempie giorno dopo giorno.
Ovviamente tutte le mamme desidererebbero che lo zaino dei loro bambini fosse il più leggero possibile perché ciò vorrebbe dire che la loro vita è costellata maggiormente da gioie e soprattutto da poche difficoltà perché si sa, che ogni mamma vuole solo il meglio per i suoi cuccioli.
Io proprio poco fa ho cercato di alleggerire lo zaino della mia bimba, cercando di semplificarle il momento di ingresso nella scuola primaria, probabilmente non ci sono riuscita, ma ci ho provato, perché il pensiero che lei potesse soffrire era una cosa che prima che a lei procurava tristezza a me.
Ma io credo che sia proprio questo il compito dei genitori per una parte di vita dei proprio figli: proteggerli dai pericoli, dalla tristezza, dalla vita in generale, anche se si deve avere la consapevolezza che arriverà un momento in cui questa protezione dovrà venire meno perché anche loro dovranno “spiccare il volo” e questo è un pezzo della loro vita che dovrà avvenire in “solitudine” senza più l’ancora di salvataggio di mamma e papà.
Ecco, proprio in questo momento lo zaino potrebbe iniziare a diventare pesante oppure potrebbe essere molto leggero, chissà , questo solo la vita lo può decidere.
Lo zaino di Emma è un po’ più pesante rispetto a quello degli altri bambini perché è caratterizzato da una condizione con la quale lei deve convivere cioè la sindrome di Down e Martina racconta nel libro la sua esperienza di mamma (sicuramente non facile, ma sicuramente possibile), di donna che è riuscita a razionalizzare quello che stava vivendo e, giorno dopo giorno, ha imparato ad affrontarlo insieme ad Emma.