Influenza e farmaci: come farli assumere ai bambini?

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Pare sia in corso una seconda ondata di influenza, quest’anno è molto forte, molto lunga e che può dar origine anche a molteplici ricadute.

A casa nostra la più colpita è stata la Sorellina che sia prima che durante le vacanze di Natale ha avuto nell’ordine: febbre, tosse e raffreddore (che ovviamente ha attaccato anche alla sottoscritta), diarrea e nuovamente febbre, fino ad arrivare ad una lieve disidratazione che ci ha condotto al pronto soccorso, perché credo sia una delle situazioni che mi mette più paura e che faccio fatica a fronteggiare.

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Ma la verità è che al di là della diagnosi di disidratazione, quello che è stato per noi più difficile da vivere, è stato il farle assumente le medicine che la pediatra del pronto soccorso ci ha prescritto.

Partiamo dal fatto che sin da quando era piccola la Sorellina non ha mai amato le medicine e spesso per fargliele prendere era necessario usare le “maniere forti”: vale a dire immobilizzarla e con l’aiuto di una siringa fare andare la medicina direttamente in gola. Certo più un bambino è piccolo più è facile procedere in questo modo.

Con il passare degli anni sembrava che la situazione fosse migliorata, le scene per assumere i farmaci sono diminuite fino al punto che la Tachipirina è diventata buona…e a volte bisogna lottare per non dargliela quando ad averne bisogno non è lei ma Pupa.

Però con questa ultima influenza un passo indietro è stato fatto: le prime avvisaglie le ho avute quando per contrastare la tosse ho cercato di darle un paio di gocce di uno sciroppo che mi avevano consigliato e che all’apertura aveva un forte odore di banana (peraltro il suo frutto preferito), solo all’odore lei ha cominciato a storcere il naso e a dire che non le piaceva e che quindi non l’avrebbe preso. Dopo un lungo convincimento ha accettato di provare ma quando ho avvicinato il cucchiaino alla bocca lei ha pensato bene di procurarsi un conato di vomito, il cui risultato è stato che l’ultimo alimento della cena si è riproposto sul pavimento della cucina.

Va beh niente di grave, la sua situazione generale non era così grave da dover per forza insistere e quindi diciamo che “gliel’ho data vinta” desistendo con lo sciroppo e ritornando all’uso dell’aerosol e della classica Tachipirina.

Però dopo un lieve miglioramento la mattina di Natale la Sorellina ha cominciato ad avere qualche problema intestinale che in realtà sembrava quasi un colpo d’aria e al quale abbiamo cercato di non dare troppa importanza. Al pomeriggio si è ripresentata la febbre, questa volta piuttosto alta. Da quel giorno e per l’intera settimana le scariche che accompagnavano le sue giornate erano due e a questo si sommava una sua inappetenza. Dopo un paio di giorni sembrava che “stessimo uscendo dal tunnel” perché, pur continuando le scariche, il suo umore era tornato ad essere il solito e questo rendeva di buon umore anche me perché vederla triste e mogia mi preoccupava abbastanza.

Ma probabilmente era solo un momento perché dal giorno dopo le energie parevano averla abbandonata: passava dal letto al divano e viceversa, non aveva voglia di giocare con la sorella e continuava a mangiare poco. Dopo un giorno e mezzo così siamo corsi al pronto soccorso dove hanno confermato il mio sospetto: lieve disidratazione.

bambini-e-influenzaLa terapia che ci è stata consigliata prevedeva la somministrazione di sali minerali sciolti in acqua da bere a più riprese nel corso della giornata e fermati lattici.

E fin qui tutto bene.

Il problema è sorto a casa davanti al bicchiere con i sali minerali: farglieli prendere era impossibile, abbiamo usato tutte le tattiche possibili ed immaginabili fino ad arrivare al punto di provare a “sparargliele direttamente in gola” un po’ come facevamo quando era piccina. In questo caso però avevamo un problema in più: la quantità di liquido da assumere rendeva difficile usare le tecniche sperimentate con lei in precedenza.

Risultato?

Si è procurata il vomito, ma non un piccolo conato una cosa ben più forte che in una situazione normale non sarebbe stato un grosso problema ma in un fisico già disidratato….

Ecco, al di là del fatto che la mia prima reazione mi ha portato a piangere causa crisi di nervi, mi sono chiesta cosa si può fare in caso come questo dove il bambino si rifiuta di essere aiutato a guarire?

Le abbiamo provate tutte e con tutte dico che ci siamo inventati di tutto e di più ma ahimè non siamo arrivati ad una soluzione plausibile se non quella di provare ad non usare le medicine consigliate ma “obbligandola” a reidratarsi bevendo acqua ma tanta acqua o quasi altra bevanda lei avesse voluto e obbligandola a ricominciare a mangiare, magari poco,  ma a sforzarsi almeno con i suoi alimenti preferiti (nel caso specifico la banana che aveva il vantaggio di aiutarla a fermare anche le scariche).

Il giorno dopo si è convita a prendere i fermenti lattici che appositamente abbiamo scelto con vitamine e sali in modo che la battaglia quotidiana fosse legata all’uso di un solo farmaco e per di più di quantità ridotte. E così siamo riusciti ad uscire da questa situazione e a tornare alla normalità… si ma che fatica!

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