Arriva il momento della cena e per me, noi, è un momento sacro, nel senso che io faccio sempre in modo di mangiare tutti e quattro insieme anche a costo di far ritardare di un po’ il momento se il papi è in ritardo.
Perché?
Perché è il solo e unico momento della giornata in cui possiamo stare tutti e quattro insieme senza essere disturbati da niente e nessuno.
Infatti per noi la cena (ma anche il pranzo nel week end o nelle vacanze) è senza cellulare e senza telefoni in generale (prova ne è che se squilla il telefono di casa rispondiamo in fretta e poi richiamiamo) e senza giochi.
Senza telefono perché mi è capitato più di una volta di andare in pizzeria o al ristorante e di vedere tavoli di famiglie con figli, o della stessa età delle mie o anche più grandi, che passavano tutta la cena con in mano un cellulare. Certo, per il genitore è sicuramente la soluzione più comoda, ma è anche la più giusta?
A mio parere no.
Già è necessario prestare un occhio di riguardo quando si avvicina la tecnologia ai nostri figli visto che viviamo in un epoca dove si è sempre connessi e il messaggio che passa ai bambini è che questo sia giusto ma invece è profondamente sbagliato, soprattutto perché loro non capiscono ancora la differenza tra uso della tecnologia per lavoro o per svago.
Vedendo il nostro comportamento verso la tecnologia i nostri figli tendono a considerare smartphone e tablet come un “prolungamento della televisione” preferendo così un oggetto tecnologico a un giocattolo.
Per me questo è sbagliato e infatti non passa giorno che io non lotti contro le continue richieste delle mie figlie o meglio della Sorellina (perché al contrario Pupa si sta allontanando da sola da tutto questo forse perché sta iniziando a sviluppare interessi diversi o semplicemente sta crescendo) per poter avere in mano un tablet o uno smartphone con il quale poter vedere i loro cartoni animati preferiti o semplicemente fare un gioco precedentemente scaricato (si li sono io la colpevole che ho dato il permesso!).
Una cosa su cui a casa nostra siamo irremovibili è che a tavola non ci devono essere distrazioni: quindi niente telefoni e niente giochi, l’unica eccezione può essere concessa per far accomodare, raramente, una bambola o un pupazzo sul seggiolone della Sorellina, soprattutto quando si impunta e fa dei grossi capricci per venire a tavola (oggetto che poi io le faccio spostare appena inizia a mangiare).
Questo perché la cena deve servire come momento in cui si parla, dove ci si racconta cosa è successo a scuola o all’asilo (a noi adulti viene un po’ più difficile riuscire a fare un discorso di senso compiuto perché, come spesso accade, sono le nostre figlie ad essere protagoniste), dove si impara qualcosa, dove noi adulti cerchiamo di spiegare l’importanza del cibo e il suo valore e lottiamo per evitare di farglielo sprecare perché magari non hanno più fame e lo usano come se fosse un gioco.
Per tutti questi motivi per la nostra famiglia è fondamentale essere tutti insieme a tavola e da quando Pupa ha iniziato la scuola la nostra cena si è trasformata in un momento di insegnamento perché Pupa ci propone spesso di fare dei giochi legati a quello che lei ha imparato la mattina a scuola: quindi i nostri giochi sono dire il femminile o il maschile di una parola, il singolare o il plurale. A volte facciamo il gioco delle parole o il gioco delle “storie” (questo è il preferito della Sorellina) che consiste nell’inventare a turno un pezzo di una storia dandole, ovviamente, un senso compiuto.
Forse un gioco meno istruttivo, ma di sicuro molto fantasioso!
Ultimamente abbiamo inventato il gioco delle facce: a gruppi di due si deve simulare uno stato d’animo e vince chi ha fatto la faccia più convincente.
Questo gioco devo dire che è uno dei pochi che permette a tutte e due le mie figlie di divertirsi perché hanno entrambe le capacità per riuscire a giocare da sole (spesso negli altri giochi è necessario dare un aiuto alla Sorellina perché avendo poco più di tre anni fa un po’ più fatica).
A volte penso che mi piacerebbe riuscire a fare una cena in cui noi adulti riusciamo a parlare con calma, ma poi penso che se in questo modo si riesce a stare a tavola un po’ di più tutti e quattro senza continue lamentele o urla allora ben vengano questi giochi, ben venga questo momento di socializzazione familiare e se noi non riusciamo a parlare delle nostre cose, va bhè troveremo un altro momento ma nel frattempo avremo avuto il piacere di passare un po’ di tempo “costruttivo” insieme alle nostre bambine e forse le avremo anche fatte sentire un po’ “importanti”.
E voi come trascorrete le vostre cene?
Discussion2 commenti
Anche noi senza Tv, senza cellulari e chiacchierando! Ultimamente a turno dobbiamo raccontarci qualcosa di divertente o buffo che ci è capitato nella giornata…in genere comincio io con qualche aneddoto sui ragazzi delle medie… Condivido, la cena è un momento magico in famiglia, sacro!
lo sapevo che eravamo simili anche in questo!