Il primo giorno di asilo ho incontrato delle altre mamme che mi hanno chiesto se non fossi agitata, triste per questa nuova fase della vita dei nostri bambini e io, forse un pò ingenuamente, rispondevo di no, che mi sentivo serena.
E’ passato il week end e lunedì siamo tornate insieme all’asilo e questa volta dopo poco tempo l’educatrice mi ha chiesto di lasciare Pupa li con lei con la scusa di andare a fare una commissione.
Pupa all’inizio non ha gradito questa cosa e ha cercato di trattenermi li con lei attaccandosi alla mia gonna o alle mie gambe, poi siamo riuscite a distrarla e io sono andata a “comprare il pane”.
Anche in questo lasso di tempo non mi sono resa conto di quello che stavamo vivendo forse presa dalla fretta, forse dalla stanchezza, ma il mio stato d’animo era ancora caratterizzato dalla serenità.
All’orario stabilito sono andata a prendere Pupa e quando sono arivata l’ho trovata seduta in cerchio con gli altri bimbi e pur non facendomi notare lei non appena si è girata e mi ha visto si è alzata i piedi e mi è corsa incontro abbracciandomi e riempendomi di baci.
Credo che questa scena mi rimarrà impressa nella mente per tanto tanto tempo…lo step successivo di Pupa è stato quello di rivolgermi la domanda: “mamma ma il pane dov’è?”…..certo non la si prende in giro facilmente!
La sera forse ho iniziato a realizzare quello che io e lei stiamo vivendo. Ho letto su Facebook una frase scritta in un gruppo di mamme di cui faccio parte che riporto qui chiedendo scusa all’autrice qualora non fosse d’accordo con questa mia scelta di “scopiazzamento” perchè l’ho trovata una considerazione molto giusta e profonda che per la prima volta mi ha dato la consapevolezza della fase che stiamo attraversando e non mi vergogno a dire che mi sono commossa e mi conmmuvo ogni volta che la leggo:
Io che per cercare di “esserci” sto facendo i salti mortali tra asilo, ufficio e casa mi sento lo stesso un pò in colpa perchè ad un certo punto questo cammino lo dovrò demandare ad altri e questo mi lascia un enorme senso di tristezza!
Discussion4 commenti
a noi non è ancora cominciato…ma sottoscrivo quello che hai messo fuori con questo post…il grande cambiamento…esserci…sottoscrivo sottoscrivo sottoscrivo e…chissà come andrà, in ogni caso sarà uno step da vivere.
comunque andrà sarà un’esperienza arricchente per tutti!
vedrai che tutto filerà liscio ed anche se non ci sarà sempre sempre, ci sarai quando conterà esserci, fidati
Sono contento che mia figlia vada al nido perché per lei è un momento di crescita, di acquisizione di indipendenza ed autonomia. E’ il “doverlo fare” che mi lascia un po’ di amaro in bocca. Quando la devo svegliare la mattina presto quando dorme serena che sembra un angioletto, quando deve fare quell’ora in più perché quel giorno usciamo entrambi più tardi. Forse è proprio quel “dover” fare la cosa, che forse rovinerebbe anche l’esperienza più piacevole. Forse l’amaro in bocca me lo lascia questa sensazione, chiamatela senso di colpa se volete, presente in un angolino di me stesso, di non poterle dare i primi anni di vita con un ritmo più tranquillo.
Per questo, concordo con la formula “- lavatrici + coccole” che non significa non farle capire che ci sono anche delle cose da fare, ci sarà tempo per spiegarglielo. Significa dedicare tempo ai nostri figli e a noi stessi con loro in questo momento delicato.
Auguri, una bellissima esperienza ci fanno capire che i nostri figli stanno diventando grandi e hanno bisogno di noi per essere rassicurati. Mio figlio ha 7 anni, domenica siamo andati al parco avventura ebbne mi diceva “mamma mi dai fiducia.” ed e’ riuscito a fare tutti i percorsi baby e anche l’arrampicata di piu’ di 6 metri. L’importante e’ far capire loro che noi ci siamo!!! Ciao.